Investorado ha intervistato Barbara Labate, CEO e Founder di ReStore, azienda leader nell’e-commerce per la GDO.
Com’è nata ReStore? Mi racconta la storia dell’azienda in breve?
ReStore nasce dallo sviluppo di “Risparmio Super”, un aggregatore e comparatore di prezzi in vari supermercati. Durante lo sviluppo di questo progetto ero entrata in contatto con diversi supermercati nel settore alimentare. Mi sono accorta che la comparazione non era però del tutto esaustiva, siccome mancava la comparazione dell’acquisto online, come invece era possibile fare ad esempio su comparatori che riguardavano il mondo dell’elettronica.
Negli altri Paesi la comparazione già esisteva e nell’agosto 2013. Parlando con il direttore marketing di Carrefour, abbiamo deciso di lanciare questo servizio nel punto vendita di Piazzale Clotilde, a Milano. Il successo di questo progetto ha portato, in breve tempo, ad implementare il servizio in ben 256 punti vendita.
Inizialmente il servizio di Carrefour era offerto sulla piattaforma di “Risparmio Super”, poi su una piattaforma separata e oggi è un servizio presente direttamente sul sito di Carrefour. L'avventura è iniziata con Carrefour; da allora si sono aggiunti al progetto una ventina di catene di supermercati che hanno compreso la bontà del servizio e il vantaggio economico-gestionale che ne deriva.
Il servizio offerto si è poi ampliato: oggi siamo in grado di offrire ai nostri clienti la possibilità di creare una piattaforma white label, e quindi totalmente personalizzabile: una soluzione a 360 gradi che non richiede al cliente investimenti in tecnologia o personale per garantirsi una presenza online.
Ulteriore e performante progetto, da pochissimo lanciato, è ReStore Media, la concessionaria pubblicitaria dei siti di e-commerce dei principali supermercati italiani. Daremo la possibilità ai grandi marchi del food di avere a disposizione un unico interlocutore per acquistare spazi pubblicitari personalizzabili, su un network di circa 20 siti di e-commerce della GDO.
Quali sono i principali benefici che dà ReStore?
Nessuno ce ne renderà giustizia, ma ReStore è un abilitatore e sta creando un’innovazione enorme, facendosi carico del rischio d’impresa, che non grava quindi sulle catene della GDO, ma su di noi.
Al supermercato che decide di lanciare con noi un servizio di e-commerce creiamo un indotto aggiuntivo, senza cannibalizzare l’off-line: lo rendiamo più efficiente nei confronti della concorrenza, ampliamo il suo parco utenti, riusciamo a raggiungere una più vasta tipologia di clienti. Infine, fattore che ci sta molto a cuore: creiamo posti di lavoro per chi deve preparare la spesa che i clienti fanno online e per chi la spesa la deve consegnare. Inseriamo quindi delle nuove figure all’interno della GDO e generiamo cultura digitale diffusa: stiamo digitalizzando l’Italia su un servizio che è anche socialmente utile.
Tramite la spesa online è possibile migliorare la qualità della vita delle persone che, in alcune situazioni, riescono a risparmiare del tempo da dedicare poi ad altri tipi di interazioni sociali. Chi si fa consegnare la spesa a casa ha ad esempio più tempo da passare con la propria famiglia, un figlio può ordinare la spesa per i genitori anziani e chi è disabile non è costretto ad uscire di casa.
Negli altri Paesi come Francia e Germania la spesa on-line è un fattore che riguarda il 6-8% degli acquisti totali, noi siamo ancora fermi all’1,7%.
Nello sviluppo del suo business c’è qualche errore che ha commesso e qualcosa che cambierebbe?
L’errore più grande è stato fare un fundraising troppo esiguo, una raccolta di capitali troppo bassa per il mercato italiano e per un Paese come l’Italia. Per smuovere un business da zero ci vogliono capitali ampi. Il concetto di partire come una realtà piccola e poi crescere in un Paese grande come l’Italia non va bene. Se avessi avuto a disposizione più budget avrei fatto cose diverse lato pr, operation e personale.
Avere un budget alto da spendere in pubblicità e un team strutturato permette di agire in un certo modo. Per dare una risposta concreta alla domanda le dico che il basso budget per la pubblicità e la mancanza di personale sono i due aspetti che più mi sono mancati.
Adesso però non ci penso e guardo al futuro.
Mi può dire una scelta particolarmente corretta che ha fatto per ReStore?
La scelta giusta spero ancora di doverla fare: questa è una frase che mi ripeto sempre.
L’intuizione migliore fino ad ora è stata quella di fare un portale di comparazione prezzi verso l’e-commerce alimentare quando ancora nessuno ci aveva pensato. Poi mi sono però resa conto che il futuro sarà la spesa on-line e ho deciso per questo motivo di dare a ReStore la struttura che ha oggi: un’azienda che consente alla GDO di essere presente su internet in modo strutturato, senza penalizzare i canali classici.
L’e-commerce alimentare è un settore che cresce del 30% di anno in anno e siamo uno dei pochi mercati a vantare questi numeri.
Per il futuro cosa si aspetta dai player della GDO e quale sarà l’evoluzione della spesa online?
In questo momento c’è una forte crisi nella GDO italiana, dovuta soprattutto alla mancanza di management con una formazione digitale, anche per via di una questione anagrafica. Questo fa perdere alla GDO una grossa fetta di fatturato che finisce in mano a player mondiali, primo su tutti Amazon, che non ha punti vendita e quindi costi fissi.
Il cosiddetto tsunami del retail è in atto e verranno spazzati via molti concorrenti, probabilmente ci sarà una riduzione di concorrenza sul mercato e solo chi si focalizza sull’innovazione riuscirà a sopravvivere. Avere uno spazio on-line e innovarsi non è più qualcosa di accessorio, ma è indispensabile.
Se un cliente inizia a comprare i pannolini per il figlio su Amazon, lo shampoo e il sapone su uno dei tanti e-commerce presenti, le arance su un sito che consegna prodotti BIO e 2 volte alla settimana ordina la cena su Glovo, che cosa resta da comprare al supermercato? Praticamente nulla. Così facendo però si perde la fidelizzazione del cliente che da molti anni fa la spesa nel suo supermercato di fiducia ed è abituato alla qualità dei prodotti che quel supermercato vende. Perché privarsene per avere delle alternative su altri canali di acquisto online? È giusto che quel supermercato gli permetta di mantenere le sue abitudini, anche se un giorno quel cliente, per scelta o per necessità, decidesse di fare la spesa online.
Nel 2020 la GDO vedrà il 10% delle sue transizioni avvenire online; la presenza strutturata su internet è fondamentale e ReStore l’ha capito da tempo. Il futuro della GDO parla quindi digitale e i player che non hanno ancora considerato questo aspetto è bene che inizino a farlo.
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